René e Willy Van de Kerkhof. Gemelli.
Furono il 10 e l’11 dell’Olanda che negli anni ‘70 reinventò il gioco del pallone, fabbricando bellezza e rimpianti in un paio di mondiali.
Noi autori di questo blog, più che delle loro giocate ci siamo innamorati di quei nomi che trotterellano su un campo per monelli: René-van-de-Kerkhof-Willy-van-de-Kerkhof.
L’anagrafe che diventa ritmo.
E cosí ne abbiamo fatto i nostri alter ego in una sovrapposizione che utilizza il ricordo come un espediente per le scorribande dell’immaginazione.
Chi è Renè e chi è Willy? Giusto…
Renè Van de Kerkhof è Giuseppe Piccinno e Willy Van de Kerkhof è Vincenzo La Monica.
Ma a volte dipende da un sorriso incontrato per strada, o da una gomma bucata, o da un’eclisse di luna. Anche da un battito d’ali di una farfalla, certo. E ci scambiamo maglia e stilografiche.
Tanto siamo gemelli.
Anche noi, come tutti, accatastiamo accuratamente in una ordinata legnaia della mente le immagini, gli odori, le sensazioni tattili e le note che ci riscalderanno il cuore durante l’inverno.
Li sistemiamo come ciocchi da ardere, ne valutiamo la dimensione e la pendenza, rinforziamo gli angoli e decidiamo il tempo di stagionatura per ogni tronco.
Ma nei pomeriggi tiepidi elargiti dal piacere di scrivere preferiamo che la fantasia si insinui negli interstizi lasciati da questa disposizione.
Come una lucertolina.
Osserviamo la pulsazione alla giugulare che precede il suo guizzo verso un qualche misterioso cunicolo. E balziamo assieme a lei.
Insomma ci piace rimescolare esistenze persone cose libri ordine caos, scovando trame di gioco nei buchi difensivi che, se si guarda bene, la realtà lascia sguarniti. Nessuna mossa è arrischiata nelle avventure della fantasia, se non lo è stato scoprire un mare infinito dietro a una siepe di Recanati.
Allora incliniamo la realtà e mettiamo in moto piccole frane di oggetti.
Perturbazioni che giungono a cambiare i contorni di ciò che distingue alcuni fatti.
Proprio cosí. Dove il reale non arrischia la giocata e si accontenta del tiki taka dell’esistere, là cerchiamo la linea di passaggio. Quella che nessuno aveva visto. Perché ci voleva la fantasia. Che è joie de vivre, malgrado tutto.
Memoria e fantasia: un assist e un gol.
Tanto i Mondiali non li vinceremo mai, nemmeno trasfigurando il suono senza senso di Piccinno e La Monica con due nomi da guerrieri del mare.
Lancia, Willy! Fai gol, René!