Avevo 14 anni e due amori.
La mia scatola (o scatolo? Non lo saprò mai…) piena di Topolino e Lena.
Ma lei non si sarebbe mai fatta sfogliare da me. Troppo più bella e più grande.
Una speranzella mi liquefece quando un pomeriggio di maggio mi chiese in prestito la mia scatola – o scatolo? – con tutte le parole e i disegni che vi custodivo.
Questo potrebbe meritarmi un bacio!… Un sorriso, va bene anche solo un sorriso.
Mesi dopo, si era già in quell’autunno primaverile delle nostre parti, il contenitore mi ritornò pieno di volumetti brutalizzati, copertine corrugate, fogli spiegazzati, pagine esiliate chissà dove. Riabbracciai la scatola ritrovata (la scatola, la scatola) come Beethoven almeno una volta avrà fatto con l’Amata Immortale.
Ancora oggi ci scambiamo tenere carezze.
Lena forse sposò un marinaio sceso da un cargo battente bandiera liberiana. O forse no. Non importa più. Da quell’autunno primaverile Lena non mi sta più sulle scatole e non aspetto nemmeno che attraversi il giardinetto davanti alla mia casetta di Paperopoli.